Prima parte
Le voci corrono rapide per le strade di Emperion, raggiungendo ogni angolo della città. Al porto, un vagabondo è stato trovato mezzo annegato, recuperato dalle acque torbide del molo. Nessuno sa chi sia né da dove venga. I suoi vestiti logori e il volto scavato raccontano una storia di miseria e sofferenza, ma le sue parole sono confuse, frammenti di un passato sconosciuto.
Le guardie lo hanno portato in prigione, giudicandolo un potenziale pericolo. Ma non è stato il suo aspetto a scatenare i bisbigli tra la gente, quanto ciò che portava con sé: uno scudo adornato dallo stemma di un serpente, un simbolo che nessuno aveva più visto dai tempi del cataclisma, relegato alle leggende dimenticate.
Nel frattempo, qualcuno sembra cercarlo. Un uomo vestito di nero si aggira per le taverne della città, facendo domande. La sua voce è bassa ma decisa, e il suo sguardo, freddo e indagatore, mette a disagio chiunque lo incroci. Non offre spiegazioni, ma una cosa è chiara: non si fermerà finché non avrà trovato ciò che cerca.
La città è in fermento. Il porto, le taverne, persino la prigione stessa sembrano nascondere segreti. Chi è l’uomo recuperato? Qual è il significato dello stemma del serpente? E chi è l’oscuro cercatore che si muove come un’ombra tra la gente di Emperion?
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La vita del vagabondo si è conclusa tragicamente. Dopo una rocambolesca fuga attraverso le fogne di Emperion, accompagnato dagli uomini reclutati dall’uomo in nero, egli è stato ucciso per mano dei suoi stessi salvatori. Manipolati dalle parole del loro mandante, che ha riacceso vecchi rancori e risvegliato antichi timori, gli uomini lo hanno eliminato prima che potesse rivelare la verità che custodiva.
L’uomo in nero, enigmatico e calcolatore, si è impossessato della mappa che il vagabondo portava con sé. Con un sorriso freddo e una promessa oscura, è sparito nell’ombra, lasciandosi dietro un gruppo di uomini confusi e tormentati. Erano stati usati? Era stata la magia a costringerli a obbedire, o le loro azioni nascevano davvero dai loro cuori?
Eppure, non tutto è andato come previsto per l’uomo in nero. Uno degli uomini, che aveva assistito all’assassinio, ma si era rifiutato di partecipare, ha recuperato il diario del vagabondo. Sfuggendo agli altri, è riuscito a dileguarsi nella notte, stringendo l’unico indizio rimasto su ciò che il vagabondo voleva svelare.
Mentre il caos si placa e il silenzio avvolge nuovamente la città, il mistero si fa più fitto. L’uomo in nero ha promesso di tornare, dichiarando che il lavoro non è ancora finito. Quali risposte porterà il futuro? E quali nuovi interrogativi nasceranno? Le ombre che avvolgono Emperion si fanno più profonde, trascinando i coinvolti in una trama oscura e carica di segreti.
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Estratti dal diario del vagabondo, Roland comandante dei Cavalieri del Serpente
Giorno 15
"Ancora pochi giorni di navigazione e saremo di ritorno a Britain. Il mare è calmo, gli uomini sembrano rilassati, ma non riesco a togliermi di dosso un senso di inquietudine. La nostra missione è stata un successo, ma il peso di ciò che abbiamo trovato grava su di me come una pietra sul petto. Forse non avremmo dovuto profanare ciò che il tempo aveva sepolto."
Giorno 18
"I venti contrari ci impediscono di avvicinarci alla terraferma. Le vele si tendono inutilmente, e l’oceano sembra volerci trattenere. Gli uomini iniziano a mormorare, a temere che qualcosa ci stia seguendo. Non oso dar voce ai miei stessi timori, ma anche io sento che c’è qualcosa che non va."
Giorno 20
"Una tempesta ci ha colpiti senza preavviso. Le onde si alzano come montagne, i fulmini squarciano il cielo e la nave geme sotto il peso del mare. Andiamo alla deriva, abbandonati alla furia degli elementi. Lo scrigno è al sicuro, almeno per ora."
Giorno 21
"All’orizzonte c’è un’isola. Una flebile speranza per noi. Abbiamo calato le scialuppe e ci stiamo dirigendo verso di essa, ma l’aria è strana qui, pesante, quasi viva. Gli uomini non parlano, ma nei loro occhi c’è lo stesso terrore che sento crescere nel mio cuore."
Giorno 22
"L’isola è un luogo ostile, ricoperto da una giungla densa che sembra osservare ogni nostro passo. Bestie selvagge ululano tra gli alberi. Ci siamo accampati sulla spiaggia, ma nessuno riesce a dormire. Lo scrigno... lo scrigno ha iniziato a brillare. Cosa abbiamo risvegliato?"
Giorno 23
"Non posso più ignorare ciò che sta accadendo. La luce delle gemme dentro lo scrigno pulsa come un cuore vivo. Di notte siamo tormentati da incubi orribili: sangue, urla e ombre che ci sussurrano segreti impensabili. Sento che qualcosa di terribile sta per accadere."
Giorno 24
"Siamo stati attaccati. Non so da chi o da cosa, ma le gemme sono perdute. Uomini valorosi sono morti combattendo contro un’oscurità che non possiamo comprendere. Siamo fuggiti nella giungla, alla disperata ricerca di un rifugio. Al calar della notte, un bagliore rossastro si alza dal cuore dell’isola, e urla spaventose lacerano il silenzio. Non c’è scampo."
Giorno 26
"Sono rimasto solo. Mi nascondo in una grotta, rannicchiato tra le ombre. Non oso uscire. La giungla sembra viva, brulica di occhi che non vedo ma che sento addosso. Non ho più speranza, ma continuo a scrivere. È tutto ciò che mi rimane."
Giorno 27
"Una strana brezza soffia dal fondo della grotta. La roccia è diversa, sembra quasi trasparente. Per un istante ho intravisto qualcosa oltre di essa, ma non so se sia reale o un’altra illusione di questo luogo maledetto."
Giorno 28
"Mi hanno trovato. Le loro voci sono dappertutto, le ombre si muovono verso di me. Non c’è più tempo. La mia unica speranza è attraversare la roccia, qualunque cosa significhi."
Giorno 30
"Non so dove mi trovo. Il mondo che vedo intorno a me non è quello che conosco. Non è l’isola da cui sono fuggito, né alcun luogo che ho visto o immaginato.
Cammino senza una meta, con i pensieri che si affollano. È questo un altro mondo? Un regno perduto, o forse un sogno?"
Seconda parte
Sono passati alcuni giorni da quando il vagabondo ha trovato la morte. A Emperion, l’atmosfera è cupa, e i corvi volano bassi sopra la città, quasi portando con sé un presagio oscuro. Ma i corvi portano anche un messaggio. Legato alle loro zampe vi è una pergamena, sigillata con cera nera. Il mittente non lascia dubbi: l’uomo in nero.
Il messaggio è breve e diretto. C’è una nuova missione da compiere, un viaggio che richiederà preparazione. Bisogna trovare cavalli, vettovaglie e uomini pronti ad affrontare le incognite di un lungo percorso. L’uomo in nero promette risposte, ma la sua criptica richiesta non rivela altro. L’incontro è fissato: tra una settimana, al calar del sole, fuori dal cimitero di Emperion.
Nel frattempo, lontano dal caos e dai dubbi che avvolgono la città, Patrick, l’uomo fuggito con il diario del vagabondo, si trova faccia a faccia con un nuovo mistero. Una serie di colpi decisi rimbomba alla sua porta. Quando apre, davanti a lui si erge un vecchio dal volto segnato dal tempo, avvolto in un logoro mantello grigio.
'Sono Nadar,' dice il vecchio, la voce ferma e priva di esitazione. 'Mago dell’ovest, membro del Concilio dei Maghi di Magincia. Dobbiamo parlare.'
Senza attendere una risposta, il mago si fa largo con un gesto deciso, spingendo la porta e lasciando Patrick basito. Prima che possa protestare, l’intensità dello sguardo del vecchio lo zittisce. Quali segreti porta con sé questo visitatore inatteso? E cosa collega il diario, l’uomo in nero e le ombre del passato che sembrano risvegliarsi?
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Quando la notte cala su Emperion, un’ombra attende fuori dal cimitero. L’uomo in nero, avvolto nel suo mantello scuro, sta immobile, come scolpito nella penombra. I suoi occhi scrutano i volti degli uomini radunati, alcuni attratti dalla promessa di ricchezze, altri dalla semplice curiosità. La sua voce, bassa e carica di autorità, rompe il silenzio. Parla del passaggio tra i mondi e delle gemme, che descrive come oggetti di inestimabile valore. Non fa menzione del loro potere magico, lasciando che l’avidità e l’ambizione colmino i vuoti della sua narrazione. "Aiutatemi a recuperarle," dice, "e sarete ricompensati oltre ogni immaginazione." Con queste parole, la compagnia si mette in marcia, guidata dall’uomo in nero e dalla mappa che egli stringe con fermezza tra le mani.
Ma le loro azioni non passano inosservate. Nadar, il saggio mago del Concilio di Magincia, ha scoperto i loro piani e radunato una compagnia di uomini fidati. Davanti a loro, spiega la gravità della situazione. "Da tempo non varcavo le porte di Emperion," esordisce con voce ferma, "ma alcune notizie preoccupanti mi hanno raggiunto nel mio rifugio sulle montagne. Patrick mi ha raccontato della tragica fine del comandante Roland e mi ha mostrato il suo diario." Nadar legge ad alta voce il contenuto del diario, riportando le parole del comandante, i suoi timori e il destino funesto che aveva colpito lui e i suoi uomini. Il silenzio cala sui presenti, mentre il peso della missione diventa chiaro. "Vi ho riuniti per un compito importante," continua Nadar, "da cui potrebbero dipendere molte vite, e forse il destino del nostro mondo. Le gemme non sono semplici oggetti preziosi: sono sigilli che racchiudono antichi demoni. Se spezzati, le conseguenze sarebbero catastrofiche. Non possiamo permettere che cadano nelle mani sbagliate." Con questa consapevolezza, Nadar e i suoi compagni partono sulle tracce dell’uomo in nero.
La strada conduce a sud-ovest, alla montagna solitaria oltre il Grande Lago. Quando l’uomo in nero e i suoi seguaci iniziano ad inerpicarsi tra le rocce, trovano il cammino bloccato da una frana. È lì, nel silenzio solenne della montagna, che Nadar compare, accompagnato dai suoi uomini. Il mago avanza con passo deciso, fissando l’uomo in nero con occhi penetranti. Con un sorriso amaro, pronuncia per la prima volta il suo nome: "Cahir. Sospettavo fossi tu, ma non ne avevo ancora la certezza." Cahir, l’uomo in nero, sogghigna, ma un’ombra di fastidio attraversa il suo volto. "Nadar," dice, con un tono che oscilla tra il sarcasmo e il rimpianto, "ti credevo morto…" Il dialogo si trasforma presto in uno scontro verbale. Nadar smaschera Cahir davanti ai suoi uomini, rivelando la sua vera identità: un ex membro del Concilio di Magincia, bandito per le sue idee eretiche, e un consigliere dei Cavalieri Chaos, licenziato per i suoi piani estremisti di genocidio contro tutte le razze non umane. "Dimmi, Cahir," chiede Nadar, "hai rivelato ai tuoi seguaci chi sei e qual è il vero scopo della tua missione?" Le parole di Nadar hanno un effetto devastante. Alcuni uomini abbandonano subito Cahir, disgustati dalla verità appena rivelata. Altri esitano, combattuti tra la promessa di ricchezze e la consapevolezza di essere stati manipolati. Cahir, ormai consapevole di non poter sfidare Nadar, si volta verso i suoi ex compagni con un sorriso enigmatico. "Non dimenticate quello che abbiamo iniziato," dice, la sua voce appena un sussurro, "e ricordate: non tutto è come sembra." Poi, senza aggiungere altro, si allontana, scomparendo nell’oscurità. Nadar osserva gli uomini rimasti, il suo sguardo severo li passa in rassegna uno ad uno. Alcuni di loro abbassano la testa, vergognandosi per aver seguito un uomo come Cahir; altri mantengono lo sguardo alto, fieri nonostante i dubbi che serpeggiano nei loro cuori. "Avete seguito un bugiardo," dice Nadar, con voce ferma ma non priva di comprensione. "Forse lo avete fatto per avidità, forse per ignoranza. Ma ora avete una scelta. Potete tornare indietro e dimenticare tutto… oppure unirvi a noi, mettere a frutto le vostre forze e dimostrare che siete migliori di chi vi ha ingannati." Dopo un momento di esitazione, i compagni di Cahir annuiscono, scegliendo di restare. Nadar, pur sospettando che tra loro ci possano essere ancora fedeli all’uomo in nero, li accetta nella sua compagnia. "Non tradite la mia fiducia," avverte il mago, "perché non ci sarà una seconda possibilità." Con il gruppo ormai unito, Nadar avanza oltre la frana. La ricerca del passaggio è giunta al termine: nella parete della montagna si apre un varco e attraverso di esso si intravede una giungla lussureggiante e minacciosa. Gli uomini guidati da Nadar attraversano il passaggio e, con sgomento, comprendono di essere tornati nel Vecchio Mondo, sull’isola maledetta dove il comandante Roland e il suo equipaggio avevano incontrato la morte.
La ricerca delle gemme è lunga e pericolosa. Demoni e creature feroci infestano l’isola, proteggendo i segreti che essa custodisce. Molti rischiano la vita, ma alla fine tutte le gemme vengono recuperate e consegnate a Nadar. Tenendo le gemme nelle mani, il mago percepisce un potere inimmaginabile. "C’è qualcosa di strano," dice. "Qualcosa lega queste gemme al varco che si è aperto tra i mondi. Devo indagare, studiare, capire... Sento che grandi avvenimenti stanno per accadere."
Così si conclude la ricerca delle gemme. Ma la riapertura del passaggio tra i mondi ha scatenato eventi che nessuno poteva prevedere. La storia non è ancora finita.